Viaggiare con Charumati ai tempi del coronavirus: Sudamerica

SESTO APPUNTAMENTO

CILE, BOLIVIA E ARGENTINA: L’INCANTO DEL SUDAMERICA

Amici, si riparte per terre lontane! Da sempre il Sudamerica ha un fascino che cattura un po’ tutti. L’idea di essere ai confini del mondo attira e spaventa anche un po’, ma chi è stato ha riportato con sé immagini e sensazioni fortissime che mai spariranno dalla mente e dal cuore.

Solitamente in questi miei appuntamenti,  indico titoli di libri e film con descrizioni e commenti. Nel mio elenco per la destinazione è d’obbligo menzionare Luis Sepulveda che sappiamo tutti essere stato vittima di questo tanto odiato COVID19. Patagonia Express è il suo diario di viaggio nelle terre della Patagonia e della Terra del fuoco. Riflessioni, racconti e leggende che hanno come sfondo questo meraviglioso paesaggio.

Un altro autore, forse meno conosciuto e famoso ma considerato uno dei più grandi romanzieri latino americano del XX secolo è Francisco Coloane.  Si dice che abbia influenzato oltre a un’intera generazione, anche Bruce Chatwin. Alcune delle sue opere sono Capo Horn e Terra del Fuoco. Consigliatissimi!

E per CIAK SI GIRA, altrettanto d’obbligo è LA CASA DEGLI SPIRITI girato in Cile, tratto dall’omonimo romanzo di Isabelle Allende che vede un cast di attori formidabili come Jeremy Irons, Meryl Streep, Glenn Close, Antonio Banderas e Wynona Riders.

MA QUESTA VOLTA  vorrei invitarvi a leggere l’esperienza di chi è appena tornato da quelle terre cosi lontane, da chi ha vissuto profondamente MADRE NATURA e da chi l’ha visitata VIA MARE su una barca a vela. Oggi vi propongo un racconto di FRANCO GUARDI’, marinaio come si definisce semplicemente lui ma in realtà è uno stimato comandante con moltissime ore di navigazione al seguito nonché esploratore e cittadino del mondo (per la gioia della moglie 😊)

Il nostro Comandante ha veleggiato per mesi nella acque del Sudamerica partendo da Papeete in Polinesia, fermandosi a Rapanui, visitando la Patagonia, navigando nella Terra del Fuoco e nell’arcipelago di Capo Horn prima della traversata oceanica per raggiungere casa in Italia. E allora entrate nel suo racconto di bordo e spero che come me possiate sentire il freddo secco sul viso, il vento nei capelli, l’umidità della nebbia, lo scroscio dirompente delle cascate, la voce dei ghiacciai e percepire semplicemente l’immensità del luogo. Buona lettura!

 

 

1 Dicembre 2019,

43°29,8’S 74°53,1’W Oceano Pacifico Meridionale;

Dopo 24 giorni e quasi cinquemila miglia di navigazione attraverso un insolitamente quieto Oceano Pacifico Meridionale con una breve sosta sulla magica e misteriosa Isola di Pasqua (Rapa Nui), mancano ancora poche miglia, ore di navigazione per la nostra destinazione Port Montt, Cile, porta per la Patagonia e la Terra del Fuoco.

E’ mattina, l’aria è fredda, il sole non è ancora sorto, i pescherecci stanno ultimando la levata delle reti prima di prendere la via del porto dove venderanno il loro pescato.

Dove stiamo approdando, quali genti popolano questa terra, quali eventi hanno caratterizzato la sua conformazione e civiltà? La partenza repentina non mi ha consentito di documentarmi a sufficienza, inoltre il mio viaggio doveva finire qui, invece pochi giorni fa mi è stato chiesto di restare a bordo per sostituire il primo ufficiale durante la navigazione che, attraverso canali e golfi di Patagonia e Terra del Fuoco, ci condurrà fino a doppiare il mitico Capo Horn.

Pronunciando i nomi di queste terre remote la mente corre subito alle pagine scritte da Chatwin, Francisco Coloane, Luis Sepulveda, Che Guevara. Viaggi letti, orizzonti immaginati, però questo viaggio sarà differente, non attraverso strade sterrate e sentieri delle Ande, bensì navigando un incredibile dedalo di canali che, come sentieri, strade e autostrade, da sempre costituiscono l’unica via per raggiungere anche le isole e baie più estreme di questa regione australe.

Gli incredibili scenari che si presentano agli occhi danno immediatamente la sensazione di essere in una terra fuori dal comune, un “Mondo Sottosopra”, qui la Natura riesce ancora ad essere la protagonista incontrastata che modella il panorama, forgia il carattere delle persone e, come un abilissimo scultore, scava rughe sui loro volti, bruciati dal sole e dal gelo, degni di una mostra d’arte contemporanea.

Il viaggiatore che attraversa queste terre ha l’opportunità di compiere un viaggio nel tempo, non immaginario come visitando un’antica necropoli o ruderi di città greche e romane, bensì immergendosi in una realtà “quasi” immutata da tempi immemori, dove solo nel corso dell’ultimo secolo le popolazioni locali si sono arrese alla “modernità” pur mantenendo immutata la loro natura di popolo forgiato da un clima rigido e dalla quotidiana conquista della propria sopravvivenza. Qui il Dio denaro assume un significato ed un valore opposto a quello cui siamo abituati. Tra le genti dei canali, il baratto è il migliore metodo di commercio; Ramon e sua moglie Orizia ce lo hanno subito insegnato a Caletta Sepulcro, nostra seconda sosta durante la navigazione in Patagonia, infatti, appena dato fondo all’ancora ridossati da venti e correnti del Canal Moraleda, ci hanno raggiunto vogando a bordo del loro antico guscio di legno il cui fondo era colmo di enormi e gustosi granchi “barattati” per una bottiglia di vino rosso, due pacchetti di sigarette e una foto plastificata della nostra barca, ora appesa come trofeo nella loro capanna di legno.

Navigando lungo canali minori o maestosi come il Beagle o lo stretto di Magellano, ogni scorcio, ogni angolo, rivela una meraviglia fatta di colori, profumi, suoni come quello del silenzio, incontri con animali liberi e sereni come leoni marini, pinguini, delfini, orche, balene, condor, ma anche incontri con i Sovrani incontrastati di queste terre: i Ghiacciai millenari, memoria dell’era glaciale durante la quale qui esisteva solo uno sterminato manto di ghiaccio spesso ben mille metri.

Navigare questi canali è come sfogliare un libro che parla di antiche popolazioni indigene quali i Selk’nam, Alacaluf, Kawésquar, Yamana e molte altre, tristemente sterminate, umiliate, ammaestrate e trasfigurate dai vari conquistatori arrivati nei secoli dall’Europa, ma di cui si leggono i tratti somatici nei volti gentili che si incontrano nei villaggi e nelle tante botteghe che vendono di tutto un po’.

Continuando a vivere il grande libro patagonico e fuegino si apprendono in ogni baia storie di grandi navigatori come Magellano, Joshua Slocum e molti altri, scienziati esploratori come Darwin, Alberto Maria De Agostini, ma anche di come l’uomo abbia sfruttato queste terre per il proprio interesse economico, dapprima con lo sterminio di foche per la preziosa pelliccia, balene per il grasso usato come combustibile, allevamenti di pecore per la preziosa lana, miniere d’oro, trivellazioni petrolifere ed ora con immensi allevamenti di salmoni che stanno progressivamente avvelenando queste acque distruggendo fauna e flora sottomarine, come i King Crab (Centolla) che qui un tempo proliferavano.

Il fuoco dei vulcani, l’acqua in ogni sua dimensione: le impalpabili fitte nebbie, l’abbondante pioggia che durante l’inverno australe si trasforma in copiosa neve, il solido ghiaccio che forma i Giganti Bianchi e inesorabilmente si scioglie formando migliaia di incredibili cascate, così come il vento che improvvisamente ti investe con una furia inaudita, ma sa anche dolcemente accarezzarti il volto riempiendo le narici dei mille profumi di una vegetazione ancora rigogliosa, questi sono gli elementi che caratterizzano e incessantemente plasmano la parte meridionale del Continente Sud Americano, dove i confini tra Argentina e Cile sono segnati da vie d’acqua e dalle maestose Ande meridionali.

Questo scrigno remoto che timidamente si è mostrato ai miei occhi ed è riuscito a penetrare profondamente nel cuore con la semplicità, intensità delle sue bellezze e magiche atmosfere ha generato un’incredibile quanto inattesa dipendenza e desiderio di maggiore conoscenza che, sono certo, presto mi porteranno nuovamente qui.

Patagonia e Terra del Fuoco, un viaggio, un’esperienza, un’emozione che lascia un profondo e indelebile ricordo nell’animo di ogni suo viaggiatore.”

                                                          Franco Guardì  marinaio e sognatore

 

E se volete leggere le impressioni sul Cile questa volta VIA TERRA e sulla bellissima Bolivia, ecco un altro racconto affascinante!!! Clicca sul link:

IL racconto di Livia e Rino Cile e Bolivia ad un passo dal cielo!

NUOVO APPUNTAMENTO MERCOLEDI’ PROSSIMO.
PER DOVE? SORPRESA!

 

 

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