Nuova Zelanda e Nuova Caledonia – Il racconto degli sposi Martina e Max

Il meraviglioso mondo della Nuova Zelanda e lo spettacolare scenario dell’isola dei Pini.

Per il nostro viaggio di nozze volevamo scoprire un posto lontano, così lontano da non sapere quando visitarlo altrimenti… e così, dopo quasi 24 ore di volo, ci ritroviamo in Nuova Zelanda!

Auckland non rivela la vera identità neozelandese, dato che si respira un’atmosfera molto europea. È una città moderna, dominata dall’inconfondibile Sky Tower, che si divide tra mare, colline dai parchi lussureggianti ed edifici molto interessanti.

Abbandonata la più grande città della nazione ci avventuriamo in macchina per andare a scoprire quei centri più piccoli, così facilmente raggiungibili con qualche ora di macchina, che però ci catapultano nella vera Nuova Zelanda, fatta di persone cordiali, disponibili e sempre sorridenti e di infinite distese verdi.

Arriviamo a Bay of Island, dove è nata la Nuova Zelanda nel 1840. È una zona di mare e villeggiatura che offre splendide escursioni in mare alla scoperta di mille isolotti e alla ricerca di delfini, balene e orche…che molto antipaticamente non si sono a noi palesati.

 

Dopo una tappa di passaggio a Hobbiton, celeberrimo set cinematografico, raggiungiamo Rotorua, con il suo peculiare odore zolfo dato dall’intensa attività geotermale. Qui entriamo in contatto con la cultura Maori nell’autentico villaggio di Whakarewarewa, dove assaporiamo la tipica cucina con cottura a vapore e prendiamo parte ad una haka.

La nostra passione per lo sport si fa sentire e, arrivati al Tongariro National Park, ci cimentiamo in un’incredibile esperienza di alpine crossing: la fatica di 20 km di trekking viene ampiamente ripagata dalla vista dei vulcani, dalla neve candida, dal colore smeraldo dei laghi e dall’allegria della nostra guida.

Il giorno seguente, con le gambe a pezzi, ci rimettiamo in viaggio. Passando da Palmerston North, ci fermiamo per una visita la Museo del Rugby; è lo sport nazionale e tutti ne vanno matti.

Arriviamo a Wellington e qui il nostro cuore salta un battito, segnando il definitivo innamoramento nei confronti di questo magnifico paese. La capitale, che conta solo 250 mila abitanti, ci strega con il suo centro moderno affacciato sul mare, i quartieri residenziali di villette ad un solo piano con giardino, la sua tranquillità e la sua costa infinita, selvaggia ed autentica.

Con enorme dispiacere la lasciamo alla volta dell’isola del Sud.

Alloggiamo in un piccolo ma meraviglioso bungalow con vista sul mare e l’alba dell’Abel Tasman National Park. Qui torna la voglia di movimento e scegliamo di scoprire il parco con l’escursione di un’intera giornata in kayak.

La natura incontaminata della riserva marina, le foche sulle rocce e i colori dell’acqua e delle spiagge ci accolgono a braccia aperte e riusciamo ad apprezzarli a pieno accompagnati dall’ennesima guida sorridente ed entusiasta.

Lasciamo una zona di vitigni e percorriamo la State Highway 1 in direzione sud a picco sul mare, immersi in una pioggerellina che ricorda Londra e una vegetazione da foresta tropicale, per arrivare alle Pancake Rocks: il paesaggio incontaminato e la furia del mare fanno capire chi comanda sulla costa Ovest.

Da qui raggiungiamo la costa Est con il TranzAlpine Railway, un treno panoramico che permette di assaporare paesaggi diversi, incontaminati, che spaziano dalle colline alle montagne ai fiumi.

E di nuovo veniamo catapultati nella natura e nel verde della Nuova Zelanda, paesaggi che riescono a rapirti e far scattare all’infinito la macchina fotografica.

Christchurch ci colpisce come un destro sul viso. Due terremoti hanno distrutto il centro storico della città, ma non hanno scalfito la forza dei neozelandesi.

Edifici nuovi uno più bello dell’altro spuntano tra gli spazi vuoti in pieno centro, ricordando in ogni momento cosa è successo e come si può reagire con determinazione, voglia, sorriso e unione.

Una semplice visita all’International Antarctic Center si trasforma in un piacevole incontro con alcuni ricercatori italiani che, offrendoci il primo caffè decente, ci raccontano del loro lavoro, delle spedizioni e delle due stazioni di ricerca antartica nelle quali l’Italia è impegnata.

Il mattino seguente guidiamo per l’ultima volta tra laghi, vette alpine e alberi che crescono in acqua e ci ritroviamo a Queenstown.

È un piccolo centro affacciato su un lago, di cui non vediamo i confini, zeppo di negozietti ed esperienze adrenaliniche in outdoor, nonché la base di partenza per la nostra escursione nei fiordi. Anzi, nel fiordo, Milford Sound. A bordo di uno stupendo battello, ammiriamo incantati le centinaia di cascate e le scogliere ripidissime a picco sul mare…ma soprattutto avvistiamo pinguini, foche e delfini nel loro habitat naturale.

Finisce così la nostra prima parte di avventura. Nel cuore ci rimarranno, per sempre:

– La gente che con sorrisi, gentilezza e disponibilità fa in modo che la tua esperienza sia sempre al meglio.

– I paesaggi incontaminati, lussureggianti ma soprattutto infiniti che riempiono la vista e il cuore con i loro colori.

Non facciamo in tempo a rattristarci per aver lasciato la nostra futura casa che veniamo catapultati nel paradiso in terra.

La Nuova Caledonia, in particolare l’Isola dei Pini, è esattamente questo, un paradiso.

Mare color smeraldo, sabbia fine come il borotalco, bianchissima, fondali rigogliosi e animali stupendi non possono essere descritti diversamente.

Il nostro resort è quanto di più autentico potessimo incontrare; composto da pochi bungalow, quindi poca gente, sulla sabbia ci ha messo direttamente a contatto con l’isola.

La baia davanti alle nostre finestre è un concentrato di colori, emozioni, tramonti e albe che tolgono il fiato.

Scopriamo che, ogni qual volta decidiamo di tuffarci, la natura di quest’isola ci regala tartarughe marine, mante, razze e milioni di pesci colorati che indisturbati nuotano sotto le nostre maschere e che porteremo sempre con noi!!

Nuova Zelanda e Isola dei Pini: un viaggio da intraprendere

once in a lifetime!

Martina e Max

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3 risposte a “Nuova Zelanda e Nuova Caledonia – Il racconto degli sposi Martina e Max”

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